- 2002
Max Melvin – Seaside
I Sisters of Mercy hanno pubblicato discrete cose, negli anni passati.
Gruppo che ad un certo punto, pur facendo della buona musica, contava più membri che fans.
Uno di loro, dapprima fan e poi membro attivo, è stato il chitarrista Andreas Bruhn.
Il quale, dopo un quadriennio passato con la band gli inizi degli anni novanta, ha iniziato ad interessarsi a suoni di natura diversa.
Un musicista che man mano si è evoluto, affinando la propria ricerca sonora e mettendosi in gioco in svariati progetti che hanno abbracciato esperienze talvolta parecchio distanti tra loro.
Poi, agli albori del nuovo millennio, eccolo cimentarsi in tecnologia emozionale e, con lo pseudonimo di Max Melvin, diventare un artista di riferimento della scena electro.
Fonda una etichetta, la Maxelect Records (con sede a Berlino), e produce e pubblica diversi dischi, tre dei quali a nome appunto di Max Melvin: Seaside (2002), Satellite (2003) e Seasons (2008).
Più tardi usciranno altri lavori di remix e, dopo oltre una decina d’anni, un nuovo album (Signals, 2021), seguito a breve distanza da un altro ancora (Low-Fi Signals, 2022) di rielaborazione del materiale antecedente.
Il primo lavoro della serie, Seaside, è quello che ho ascoltato con maggiore continuità nelle indimenticabili estati trascorse nei bellissimi lounge club sulla Sprea e nella rilassante atmosfera del Wannsee, in una Berlino strepitosamente intrigante e sfrondata delle recenti infiltrazioni modaiole che non la rendono meno affascinante, certo, ma che di sicuro ne modificano la genuinità.
E pensare che Bruhn ed il suo socio Stefan Rekittke -valente compositore e produttore, a tutti gli effetti il secondo membro del progetto Max Melvin- si trovavano a pochi passi in linea d’aria da quelle zone, mentre componevano e lanciavano i pezzi che lo scrivente consumava nei suoi dispositivi portatili.
1 | Sand |
2 | Sweet Elektra |
3 | Flying High |
4 | Sister Europe |
5 | Magnolia |
6 | Sometimes |
7 | Seaside |
8 | Subterrean |
9 | Whatever |
10 | Lo-Fi City |
11 | Sand (Reprise) |
Sin dalla immagine di copertina, placida e rasserenante, è evidente l’intento dell’opera: trasportare l’ascoltatore in una dimensione quasi onirica, permeando mente e spirito e coadiuvandone la volontà di ricavarsi uno spazio nel quale allontanarsi il più possibile dalle tensioni e dai fastidi del quotidiano incedere.
Una dimensione terapeutica, per certi versi.
Commercialmente parlando è invece palese il tentativo di rapportarsi a brand di enorme successo quali la viennese G-Stone Recordings di Kruder & Dorfmeister o la storica !K7 Records, anch’essa con sede a Berlino.
I risultati non tarderanno a venire, con una massiccia presenza di singoli nelle classifiche internazionali di musica elettronica e nelle compilation di grido, con inoltre una marea di partecipazioni ad eventi, colonne sonore e, soprattutto, spot pubblicitari, in particolar modo per compagnie di viaggio ed aziende automobilistiche.
Nomi e marchi importanti, con un sound che si presta alla grande per accompagnare il viaggio in tutte le sue forme.
Io, umilmente, mi accontentavo della amatissima metro di Berlino, oltre che degli auricolari messi su durante i tanti spostamenti aerei/ferroviari del periodo.
Perché si viaggia davvero alla grande, con la musica di Max Melvin.
Downtempo, chillout, lounge, ambient, venature jazz.
Un suono raffinato e conturbante che rientra perfettamente nel momento “boom” del genere, con compilation come Café Del Mar e Buddha Bar che a cavallo tra il vecchio ed il nuovo millennio ruppero tutti i preconcetti legati ai suoni di matrice elettronica, sfondando letteralmente il mercato.
Tornando a Seaside: Sometimes è il mio pezzo preferito, con la suadente voce di Anna Depenbusch (Anastasica) che diventa uno strumento sugli strumenti.
Whatever centra la piazza d’onore, con la vocalist Birgit Fischer che conferisce al brano un sottofondo altrettanto sensuale.
La evocativa e malinconica Sweet Elektra, strumentale, chiude il podio.
Maria Sanchez e Emily Thorn sono le altre due voci femminili che è possibile ascoltare sul disco.
Team di Amburgo (provengono tutti da lì, in pratica) e lavoro di studio effettuato a Berlino.
La fredda Germania settentrionale -al nord del nord- che esprime caldo, fantasia, sogno.
Da gustare al momento giusto, con l’atmosfera giusta ed insieme alla compagnia giusta.
Senza esagerare, in quanto il genere alla lunga può indurre torpore in chi non è avvezzo a determinate sonorità e suscitare dipendenza in coloro che, al contrario, apprezzano alquanto questa tipologia di musica.
Indi: relax.
Sempre e comunque.
Max Melvin – Seaside: 7