- 2012
Linea Aspera – Linea Aspera LP
“Prima la Musica era tutta un’altra cosa”.
Un po’ come “Sean Connery è molto più bello adesso che da giovane”.
Oppure: “Non è tanto il caldo, piuttosto è l’umidità il problema”.
O anche: “Qui una volta era tutta campagna”.
E così via.
In effetti, prescindendo dai luoghi comuni, tra gli inizi degli anni 70 e la fine dei 90 è uscita roba da paura.
Pure prima e sicuramente anche dopo, certo.
Meno, però.
Meno.
Molto meno.
Un bel disco moderno, datato 2012, è quello de Linea Aspera.
Lei, Zoè/Alison, scrive i testi e canta.
Lui, Ryan, si occupa di tutto il resto.
Fanno musica elettronica di qualità, ispirati dagli ottanta (e figuriamoci) e da un background ricco di mescolanze che confluiscono in un lavoro, il primo, di assoluto interesse.
Linea Aspera LP, come da titolo, esce dopo un paio di cassette -in giro tra club e discografici- che valgono al duo le attenzioni di questi ultimi ed un contratto con i californiani della Dark Entries, specializzati nel valorizzare suoni della scena alternativa elettronica, in particolar modo con riverberi a quello che era il pianeta post-punk dai 70 ai 90.
Tracklist:
1 | Synapse |
2 | Eviction |
3 | Preservation Bias |
4 | Fer De Lance |
5 | Malarone |
6 | Hinterland |
7 | Lamanai |
8 | Reunion |
Il disco è bello e va giù come una bottiglia di quello buono.
L’inizio è proprio 80 con Synapse, stupendo brano dal ritmo algido e dall’incidere etereo, con la voce di Alison che picchia duro tra i sintetizzatori.
Eviction è un abbraccio oscuro e nel contempo confortante, una sensazione di ossimoro sonoro che eccita a dismisura.
Preservation Bias arriva al momento giusto, rallentando il battito e scandendo ipnoticamente un palpito di indefinibile geometria.
Fer-De-Lance esalta i cambi di tonalità della vocalist, mostrandone il notevole eclettismo.
Malarone rimanda ad un migliaio di cose contemporaneamente, eppure manifesta una vita propria.
Hinterland è un bel tamburo, ha qualcosa del troppo spesso sottovalutato periodo industriale dei Depeche Mode.
Lamanai è da concerto e va bene così.
Reunion, altro pezzone, chiude con classe una mezzora di sorprendente vitalità, dove si incontrano l’antico ed il moderno e si fondono in modo veramente sublime.
I testi puntano sulla emotività, con un retrogusto ansioso che inquieta e lega i polsi, mentre il tappeto musicale ottimamente gestito da Ryan accompagna la voce della protagonista in maniera assolutamente impeccabile.
It was never revenge for a glacial silence.
– Reunion –
You are emptiness.
It was never revenge, it was self defence.
You are emptiness.
Il disco suona quindi da paura, ancor di più in cuffia.
Oscuro, minimale, caotico ma mai stancante.
Mischia parecchi generi ed elementi e lo fa senza strafare, con un ordine non casuale.
Come detto, parecchi sarebbero i crediti, riferendoci al passato.
Eurythmics in primis.
Poi i succitati Depeche, i Soft Cell,
E hai detto cotica.
Nella mia follia mi è venuto in mente anche il cinematografico duo “Iris Blond and the Freezer”: gran film, grande colonna sonora e grande perculeggiata a coloro che propagandano i sentimenti senza manco avere idea di cosa siano.
Tornando ai Linea Aspera: dopo questo album si sono sciolti, dedicandosi ad altri progetti, salvo poi rincontrarsi prima del Covid e tirare fuori altro materiale, altrettanto interessante, per quanto forse senza quel boato emozionale presente in questo ottimo esordio.
Un esordio sensuale, ammaliante, avvolgente.
Lei è sinuosa e conturbante, lui è tecnico ed avvolgente.
Un album degli anni 80 pensato, suonato e prodotto con lo spirito e l’estetica dei tempi d’oro.
Bene, molto bene.
Linea Aspera – Linea Aspera LP: 7,5
V74