• A modo mio

Il Fantacalcio

A modo mio, sì.
Il Fantacalcio nasce agli inizi degli anni novanta e diventa una sorta di gioco cult intorno alla metà dello stesso decennio.
Io, come da prassi, arrivo dopo e mi ci appassiono una decina d’anni più tardi, all’incirca.

E, sempre come da prassi, divento un fuoriclasse.
Perché sono di indole pigra, per non dire pigrissima.
Ma quando decido di fare le cose, beh, le faccio come si deve.

Fantacalcio - Campione

Il primo fanta lo giocai negli anni duemila, per l’appunto.
Iniziai la mia onorata carriera con gli amici di FLU (Forum Lazio Ultras), il meraviglioso ritrovo virtuale dei tifosi Laziali che, un tempo, rappresentava un luogo ove le odierne battaglie internettiane, prive di senso e di dignità, non avevano alcun motivo di esistere.
Altri tempi, quasi da bar.
Ricordi stupendi.

Tra alleati -nella maggior parte reali- e potenziali sconosciuti destinati a diventare fratelli, ecco che ebbe inizio una storia destinata a protrarsi sino ai giorni nostri e, con grande probabilità, a durare ancora a lungo, salute permettendo.
Per un triennio dominai la scena, con due primi posti ed una seconda piazza che ancora grida vendetta, per quanta sfiga si accanì contro di me in quel torneo.

Passai poi a giocare al Fantacalcio della Gazzetta, imponendomi anche a livello nazionale e vincendo campionati e premi.

Dall’Islanda (dove vivevo in quegli anni) con furore, verrebbe da dire.
E proprio dall’isola nordica prendevano spunto i nomi delle mie compagini fantacalcistiche, associate ai team che seguivo maggiormente in loco, a seconda di dove abitassi.
Non di rado le mie rose venivano pure chiamate con nomignoli che richiamavano all’isola per eccellenza, cioè la mia Ischia.
E la mia Forio, per amor di precisione.


E proprio col Forio F.C. vinsi, nel 2008, uno dei più bei campionati di Fantacalcio della mia vita.
Mi ritrovai difatti iscritto -mai capito come: un mistero- in una lega pubblica a venti squadre.
Partecipando già ad una lega privata, che andrò invero a vincere abbastanza agevolmente a fine anno, ero propenso a lasciar perdere l’invito alla succitata, allorquando mi accorsi che il palmares dei partecipanti -visibile sulla piattaforma di Kataweb– era di tutto rispetto.
Non la classica lega pubblica da perditempo, insomma, quanto una sorta di Coppa dei Campioni ad inviti.
Colpito nella più somma superbia, non me la sentii di tirarmi indietro.
Commisi un errore, però: dimenticai completamente la data dell’asta.
Una imperdonabile mancanza, per un fantacalcista appassionato e saccente.
Un ricovero alquanto serio basta ed avanza a giustificare la cosa e, inoltre, il sistema mi regalò in automatico un paio di calciatori importanti che, in una competizione a venti partecipanti, si rivelò un gran bel colpo di culo.
Dovetti poi metterci del mio, andando a scovare gente che potesse darmi una mano per migliorare la situazione ed individuando profili futuribili, sia in termini di prestazioni che, soprattutto, di bonus.
I crediti non mi mancavano di certo, non avendo potuto offrire il dovuto in fase di compravendita, ma quel che rimane in circolo dopo un’asta a venti è il rimasuglio del rimasuglio.
In sintesi: ciofeca pura.
O quasi, eh.
Perché recuperando un paio di portieri di riserva che potessero conquistare la maglia di titolare e puntando calciatori magari non ancora in vista, la speranza di risalire la china c’era, onestamente.
Mi riproposi di giocarmela sino alla fine, cercando di chiudere in “zona Europa”, che sarebbe stato già un traguardo clamoroso, viste le premesse.
Invece, con una tigna che mi appartiene e mi fa onore, andai a vincere la lega in questione: dapprima con una strepitosa rimonta iniziata alla fine del girone di andata e, infine, con un rush conclusivo inarrestabile che ha visto il suo apogeo nella vittoria per 1-0 (punteggio striminzito quanto meritato) in un emozionante scontro diretto contro il secondo in graduatoria.
Terzo, quarto e quinto classificato hanno chiuso a breve distanza, a conferma dell’equilibrio che ha regnato sovrano per quasi tutta l’annata ludica.
Trionfo epocale, da sturbo.

Fantacalcio - Coppa

Tornato nella mia dorata penisola italica, ho continuato a divertirmi e vincere.
Fin quando non ho deciso di fermarmi per un paio di anni.
Come accaduto nel calcio “da stadio”, seppur in maniera diversa.
Non per noia, direi.
O forse sì, quantomeno un pizzico.
Anche le cose più piacevoli rischiano di diventare stantie, se non affrontate nel modo giusto.

Tocca ricaricarsi, di tanto in tanto.
E prendersi una pausa, ove necessario.

Pure perché io il Fantacalcio lo vivo con spirito allegro, ma decisamente competitivo.
Con una visione particolarmente soggettiva, che mi ha spesso procurato qualche critica, a riguardo.
Qualche sfottò, per essere precisi.
Gli amici non mi perdonano quella che per loro è una filosofia estrema, a loro dire tendente alla prosopopea.
Premio i calciatori che mi portano risultati, porto in panchina gli infortunati cronici prima che siano realmente già disponibili per giocare, punisco quelli che si rendono compartecipi di qualche atteggiamento improprio, cerco di trovare spazio a chi ne ha avuto poco in stagione e così via.
Una gestione da allenatore vero, insomma.
Fa sorridere, me ne rendo perfettamente conto, ma alla fine il tutto mi consente di rispedire al mittente l’accusa di cui sopra in quanto, tra l’altro, è ampiamente smentita dai fatti, datosi che la mia bacheca mette in chiaro la bontà di determinate scelte.
Nel vostro suadente ed oltremodo capiente deretano, amici!“, per usare i termini appropriati, nonché quelli che utilizzo a fine annata in risposta alle battute dei contendenti.


IMHO il Fantacalcio si vince per 1: fortuna, 2: competenza, 3: coraggio, 4: istinto.
Può succedere che una delle quattro componenti abbia la meglio sulle altre tre, magari randomicamente.
Però la sostanza è che in una intera stagione calcistica e fantacalcistica se viene a mancare uno dei quattro fattori di cui sopra, è tosta arrivare sul podio e, ancora di più, è quasi impossibile primeggiare.

Il sottoscritto gioca in versione classic.
Nell’asta punto forte sul centrocampo, in termini soprattutto di bonus.
4/5 titolari fissi, più un paio di regolaristi ed una sorpresa in grado di scompaginare piani e classifiche.
Difesa altrettanto di valore, con terzini di spinta in primis e difensori da modificatore pronti all’uso.
In porta non vado mai di tris di squadra e quasi mai di coppia.
Preferisco un titolare inamovibile ed un paio di riserve futuribili, come dicevo sopra.
Me la rischio parecchio, ecco.
In attacco opto per un paio di certezze “di provincia”, accompagnate da due/tre elementi che corroborino il progetto, con la classica ciliegina sulla torta che, a seconda dei casi e dei crediti residui, è un bomber assoluto o una pippa stratosferica.

Fantacalcio - Asta

Raramente faccio mercato a stagione in corso.
Mi affeziono ai miei e, infortuni gravi a parte, tendo a portarmeli fino al termine della stagione.
Evito accuratamente i calciatori per i quali provo profonda antipatia, prescindendo dalla qualità intrinseca del soggetto.
E, normalmente, non ingaggio nel mio team giocatori della Roma, sia per la mia passione Laziale e sia per una questione di scaramanzia, oramai.

Perché nel Fantacalcio la scaramanzia è un fattore, a mio avviso.
Un fattore dirimente, senza dubbio.

Fantacalcio - Scaramanzia

Quest’anno, dopo la succitata pausa sabbatica, mi son fatto convincere a tornare in pista.
Non ho studiato, come solitamente mi riservo di fare prima dell’asta, bensì mi son lanciato nella mischia seguendo il puro istinto che, ribadisco, è fondamentale per portare a casa il risultato.

Vedo molte partite, anche se preferisco quelle degli scorsi decenni, non fosse altro che per rispetto nei confronti di un Calcio di ben altra levatura rispetto a quello recente.

Questo aiuta, in un certo senso.
Però ad inizio stagione le varianti in corso d’opera sono molteplici e poi, senza la classica botta di culo, si rischia il capitombolo.

In questa annata punto al podio, magari cercando -as usual- di salire sul gradino più alto.


Gioco divertentissimo quanto maledetto, in taluni frangenti.
Forgia il carattere, in un certo senso.
E conduce direttamente all’inferno, quando le cose non vanno per il verso giusto.

Fantacalcio - Bestemmie

Buon Fantacalcio a tutti (esclusi i miei avversari, chiaro)!

V74

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