• Non per nascita, ma per Amore

Stamattina, in ufficio, la lettura delle news mi ha regalato un momento di tristezza: è infatti venuto a mancare il buon Fred, un artista che ho sempre apprezzato, nonostante il suo genere non fosse/sia propriamente tra i miei preferiti, ed un galantuomo elegante e verace, una tipologia che nel sottoscritto suscita e genera affetto e stima, per quanto oggi è rara.

Tornando alla musica, il non apprezzamento cosmico per il genere è tale in teoria, quantomeno: perché poi la stessa musica tende spesso ad andare per i fatti propri, facendo in modo che le emozioni prendano il sopravvento su tutto il resto e sconquassando -e non di rado- tutte le classifiche di gradimento, le abitudini, le attitudini, le consuetudini e le convinzioni personali.

Il crooner mi intriga, con quella sua andatura un po’ così, quello stile a metà tra il classico ed il moderno, quel malinconico ed irresistibile fascino sovente figlio di una sensualità intrinseca e vivida, quella voce, sì, quella voce che è musica a tutti gli effetti, un vero e proprio strumento liquido, nebuloso, caldo, intenso.

Passionale, prima di ogni altra cosa.

Artisti, personaggi, uomini.

Tutto in uno, senza maschere o stereotipi.

Genuini, veraci, autentici.

Ed autentico era anche Fred, che ho avuto modo di incontrare in diverse occasioni, negli anni 90.

In una di queste io, bello come il sole -oh, la natura è natura- e spensierato come raramente mi accade, girovagavo in quel di Sant’Angelo, stupendo borgo ischitano dove il cantante possiede/eva casa, e mi ritrovai ad un tavolino di uno degli aristocratici ed elitari bar del luogo, insieme ad un paio di Vips isolani, proprio quando Bongusto si accomodò per salutare uno dei suddetti e scambiare qualche chiacchiera con noi.

Persona a modo, simpatica, brillante, ironica, intelligente.

Di quelle che non hai bisogno di frequentarle per secoli per comprenderne l’indole.

Persona innamorata di Ischia, di una Ischia diversa, quella che negli anni 60/70 annoverava tra gli ospiti fissi gente come Rizzoli, Visconti, Agnelli, De Andrè, Delon, Jagger, Douglas, Berger, Seller e centinaia di altri ancora.

Non che oggi manchino Vip in zona, no no.

La differenza, oltre che nello spessore culturale/artistico/intellettivo, è per me insita nel rapporto che gli stessi avevano ieri e che altri hanno oggi con l’isola.

Completamente diverso, sempre IMHO.

Bongusto amava visceralmente Ischia, è cosa nota ed è, più che altro, certezza che balzava all’occhio due minuti dopo averlo incontrato.

Non per questione di orgoglio, fierezza o vanto, intendiamoci: se uno nasce a Catanzaro è giusto che la ami, ci mancherebbe, ma resta comunque Catanzaro, come Ischia è indiscutibilmente stupenda e tale resterebbe pure se un ipotetico Dio sostenesse il contrario.

Piuttosto per stima, ecco: infatti molti isolani non amano Ischia come la amava Bongusto ed altri che, immagino, siano dotati di una sensibilità e di un gusto che permette loro di andare oltre le tante -sì, tante- e fastidiosissime -sì, fastidiosissime- barriere che talvolta oscurano la mente, l’anima ed il cuore, coprendo la Bellezza e mettendo in primo piano il letame.

Mi piacevano anche diverse sue canzoni , invero: canzoni che nei miei vasti padiglioni acustici suonavano e suonano moderne e vive, rispetto a quelle di tanti suoi colleghi mielosi e stucchevoli che mi devastano i testicoli a dismisura.

Bongusto pare invece mettere attenzione ai dettagli, ai testi e nel sound, quando lavora ad un brano: mi piace pensare, anzi:sapere, che molti suoi pezzi storici sono stati ispirati dal mio scoglio, che alcuni suoi celebri cavalli di battaglia nascono a pochi metri da casa mia, che il meraviglioso tramonto foriano sia stato per lui, e per tanti altri artisti, sin dall’antichità, fonte di illuminazione, estro, talento.

Poi il piano-bar mi ha sempre attratto: raffinato, colto, d’atmosfera, intimo.

Mi son sparato live di Peppino di Capri, per dire.

E ho gradito.

Un intero album di inediti potrebbe uccidermi, vero.

Ma una raccolta di cose belle dal vivo mi garba, lo confesso.

Ogni tanto rimetto su qualcosa del genere, seppur con frequenza non eccelsa.

Un romanticismo d’annata che su di me, old inside, emana il suo appeal.

Addio Fred: che la terra ti sia lieve.

E quando sarò dalle parti di Sant’Angelo, come mi è capitato in varie occasioni, mi ripasserà tra le memorie quella piacevole serata tra un marpione d’esperienza e d’arte ed un giovane che non ha mai subito troppo il fascino dei famosi, pur avendone incontrati parecchi in giro, anche calciatori che amava alla follia o attori che gli piacevano un casino, ma che dinanzi a persone schiette, dirette, immediate, beh, si sentiva irrimediabilmente attratto ed incuriosito.

Una serata quasi califanesca, mi verrebbe da dire, in ricordo di un altro personaggione che con Ischia e con Fred aveva un legame particolare.

Perché l’Isola Verde ti conquista, volente o nolente.

Ti frega, per dirla in maniera stilosa.

Ti fotte, sarebbe il termine adatto, seppur politicamente poco corretto.

Ti fotte alla grande con tutte le sue virtù ed i suoi vizi e non riesci a resisterLe più di tanto, in fondo è una meravigliosa fregatura.

E tu, caro Fred, lo sapevi bene.

Anzi: lo sai bene.

Au revoir, adorabile chansonnier d’annata: ci si ribecca in giro per il Borgo.

Quando uno ama, e ama per davvero, lascia tracce ovunque.

V74

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