- Il terzo capitolo della Saga
Cipro (Tris)
Non c’è due senza tre, no?
Dopo aver esordito in terra cipriota a settembre ed aver concesso il bis un paio di mesi più tardi, ecco sopraggiungere pure la tripletta, poco prima del Natale.
Ed è proprio la curiosità di scoprire Cipro durante le atmosfere legate al periodo dell’Avvento ed ai giorni di festa che precedono la fine dell’anno a scatenare in me e nella mia compagna il desiderio di avventurarci nuovamente in quel di Pafo, sfruttando la solita ed oramai familiare connessione Ryanair tra Napoli e la cittadina in questione.
Il piano è quello di trascorrere qualche giorno in zona, non esponendoci troppo alle rigide temperature dicembrine e, nel contempo, tuffandoci nei colori e nei sapori del Natale a Cipro.
Per quel che concerne i luoghi, beh, ci limiteremo ad un paio di novità, poiché il tempo a disposizione non è moltissimo.
Vogliamo tornare a visitare posti che già sono entrati a far parte della nostra vita e, se posso dirlo, anche della nostra anima.
Poi in primavera, con il sole a dominare la scena, ci recheremo nella cosiddetta zona turca, completando il tour della terza più vasta isola del Mediterraneo e, ove possibile e conflitti permettendo, ci aggiungeremo qualche meta del Vicino Oriente.
Ma il futuro è ancora distante, quindi concentriamoci sul presente.
Lunedì-venerdì, dal 18 al 22 dicembre.
❤Ale❤, as usual, si occupa del nostro zoo.
Ci tocca partire il 17, domenica, da Ischia.
Il volo decolla al mattino presto e quindi optiamo per un pernottamento a Napoli nel confortevole B&B Hotel di Piazza Garibaldi, a pochi passi dalla Stazione Centrale e dalla fermata dell’Alibus che l’indomani ci condurrà all’aeroporto di Capodichino ove, dopo aver consumato una colazione sostanziosa prima della partenza, ci accomodiamo in aereo e giungiamo a Pafo in perfetto orario.
I due appartamenti nei quali avevamo soggiornato in precedenza sono entrambi occupati, quindi ci siamo messi alla ricerca di un nuovo alloggio ove piantare le tende.
La scelta è caduta sull’Oak Breeze, centrale ed accogliente, con piscina annessa.
Lo raggiungiamo e, manco il tempo di spalancare le tende, io già sono immerso nelle gelide acque della suddetta piscina.
Un brivido di masochistico piacere si impossessa del mio corpo e del mio spirito, prima che un rinvigorente bagno caldo nella capiente vasca dell’appartamento mi riporti in vita.
Nel frattempo notiamo un ospite che si rivelerà essere una presenza costante -ed invero meravigliosa!- nella nostra breve “fuga” in quel di Cipro: Fishka, la dolcissima gattina dei vicini, viene a darci il benvenuto e si accomoda sul divano, chiarendo sin da subito le sue intenzioni.
Da lì si muoverà solo in caso di catastrofi, ecco.
Poco male.
Anzi: bene.
Sia io che Veronica adoriamo gli animali e casa nostra pare un zoo.
Fishka è una vera e propria diavoletta, tenera quanto figlia ‘e ‘ntrocchia.
La lasciamo riposare al sole e ci avventuriamo in città con il comodissimo maxi scooter che avevamo noleggiato poche settimane prima dal nostro amico Pambos, by IPPOS Brothers Motorcycle Rentals.
Un gustoso Spritz nella città vecchia fa da apripista al giro del centro di Pafo, per dare una occhiata agli allestimenti natalizi.
L’atmosfera è invero non particolarmente dissimile da quella che solitamente ci ha accolto in questo angolo di mondo: c’è allegria, un bel po’ di gente seduta nei tavoli dei locali e l’aria, pur trovandoci in dicembre inoltrato, non è troppo fredda.
Per essere precisi: di giorno di sta da Dio.
Non in maniche corte, ecco, ma quasi.
Appena tramonta il sole, le temperature variano in maniera repentina.
Abbassandosi, ovviamente.
In 10/15 minuti si passa dai Caraibi all’Islanda, giusto per dare un’idea.
Di sera e di notte non è che si geli, eh.
Però un bel giacchetto serio è d’uopo.
Noi, che siamo gente di coraggio, passiamo la serata a girovagare per Pafo e dintorni.
Appena svegli puntiamo mirino e navigatore su Petra Tou Romiou, l’amato Scoglio di Afrodite.
Una tappa fissa, per entrambi.
Luogo magico, intriso di romanticismo e ricco di fascino.
La Dea ci attende e mi perdona la mancata immersione nelle sue splendide acque, a causa degli ordini di scuderia (Veronica) che intendono preservare la mia cagionevole salute dopo il tuffo in piscina del giorno prima.
Per non mancare di rispetto alla tradizione, spruzziamo di mare i nostri arti inferiori e ci godiamo la bellezza di un paesaggio unico e mistico.
Ovviamente ci affacciamo nel vicino proskinitario (espositore, copia in miniatura di una chiesa greco-ortodossa), ove abbiamo lasciato una traccia del nostro passaggio unitamente a tante altre testimonianze di fede e/o di ricordi dei moltissimi visitatori che transitano da queste parti.
Il meteo è splendido e ci invoglia ad un un altro revival: Omodos, eccoci!
Si sale verso l’alto e stavolta siamo a dicembre.
I Monti Troodos non presentano ancora segni di nevischio e ad Omodos incontriamo nuovamente i micetti con i quali avevamo giocato nel nostro giro novembrino.
Ne riconosciamo diversi ed è una sensazione bellissima ritrovarli nel medesimo posto e con la stessa voglia di essere spupazzati in cambio di qualcosa di buono da mettere sotto i denti.
Stavolta non ci fermiamo molto, nel villaggio montano.
Giusto il tempo di affacciarci nel Monastero di Timios Stavros e di pranzare in centro, in questa occasione alla H KAMARA Tavern (senza infamia e senza lode).
Il pomeriggio lo trascorriamo a zonzo per le campagne cipriote, poi ci dirigiamo verso Coral Bay per un altro immancabile appuntamento: il tramonto.
Che spettacolo!
Restiamo incantati, ancora una volta, dai colori e dai paesaggi che ci ricordano quelli del nostro adorato tramonto foriano.
Al ritorno a casa ci aspetta Fishka ed in suo onore organizziamo un “delivery party” hollywoodiano ordinando tutto e di più, fino al punto di creare una fila di motorini -con immancabili pony express al seguito- dinanzi al nostro appartamento.
La micia si pappa gli avanzi -ed anche oltre- e resta a dormire con noi, in segno di riconoscenza per la lauta cena.
Al mercoledì la sveglia suona alla buonora.
Il programma del giorno è bello denso.
Si inizia con la colazione ad Old Town, al Christos Grill & Seafood, dove ancora non eravamo stati.
Bel panorama e cibo ottimo: merita il bis, senza dubbio.
Un giretto al mercato circostante e via verso il Koinotiko Chlorakas, lo Stadio Municipale di Chloraka, un villaggio alle porte di Pafo dove gioca l’Akritas Chlorakas, società che solitamente oscilla tra la terza e la seconda divisione cipriota, con un recente -e purtroppo molto breve- passaggio addirittura in prima serie.
Ad oggi milita in cadetteria e lotta per evitare una ulteriore caduta.
Colori sociali bianco-verdi, come quelli del Forio: roba di casa, insomma.
Noi ci rechiamo a vedere un derby, quello col Peyia 2014.
Non è calcio per palati fini, manco a dirlo.
Però siamo in infrasettimanale e bisogna sapersi accontentare.
Inoltre il Pafo, massima serie, gioca in trasferta e poi, sinceramente, ci intrigano le atmosfere dei campionati minori, per quanto si discorra di tornei ove comunque si esibiscono calciatori “professionisti”.
Il livello non è eccelso, in effetti.
Ci divertiamo ugualmente: la partita è combattuta e tra i tifosi la tensione è notevole.
Un derby è sempre un derby, a qualunque latitudine.
In Italia volerebbero Daspo a raffica, mentre a Cipro tutto si conclude in una birretta di gruppo nel vicino bar di paese.
Per la cronaca, ad imporsi è il Peyia: 2-1.
Per il dopo gara scegliamo l’area di Kissonerga, con i suoi pittoreschi bananeti e la incantevole spiaggia di Potima Beach, l’ennesima reviviscenza di questa avventura dicembrina dove tutto riprende vita dalle due avventure precedenti.
Il tramonto qui ha ben poco da invidiare alla vicina Coral Bay e noi ci godiamo lo spettacolo in prima fila.
Per la serata scegliamo di fare una passeggiata sul porto di Pafo, seguendo tutto il percorso pedonale che si staglia per diversi chilometri costeggiando le acque della baia antistante lo scalo in oggetto, prima di tornare in centro.
Tutto molto suggestivo, ma la fame bussa e noi replichiamo con la cena da Melania, una tipica trattoria con ambiente rustico e gustose specialità alla griglia.
La porzione del dessert -il solito e sublime yogurt al miele con mandorle- è enorme, la birra KEO (prodotta a Limassol) è clamorosa e la Zivania fatta in casa ottima: consigliato.
Il giorno dopo passiamo la mattinata a spasso per il centro di Pafo e, con un pizzico di delusione, notiamo i pochi addobbi natalizi.
Forse si tratta di una questione prettamente religiosa, essendo Cipro a maggioranza ortodossa.
Qualcosa c’è, ci mancherebbe.
Ma niente di esaltante, onestamente.
Nella più piccola frazione di un minuscolo comune italiano a scelta vi è cento volte più “calore natalizio” che in tutta la città di Pafo.
Salutiamo Babbo Natale e ci concentriamo sul tour che mediante un ponte sospeso collega il Parco Archeologico di Pafo con Fabrica Hill, un sito di catacombe ed antiche rovine di epoca ellenistica.
A mezzogiorno lo stomaco ci riporta da Elisaveta, a Peyia.
A settembre ci era piaciuta un sacco ed il bis conferma la prima impressione: cibo (greco-cipriota) super e grande cordialità.
Qualche goccia di pioggia ci ricorda che pure a Cipro possono comparire le nuvole.
Al calar delle tenebre si rivedono le stelle e l’idea è quella di starcene sul lungomare di Pafo.
Zona molto turistica, forse troppo.
Ed infatti il locale dove ci fermiamo di piacevole ha soltanto il nome: Solemio.
Tutto il resto, accoglienza in primis, è da gettare nel bidone dell’umido.
Per fortuna che a pochi passi vi è un piccolo concerto di musica gospel, a tema natalizio, che ci ripaga dell’indecoroso stop di cui sopra.
La notte la dedichiamo a Fishka, che per il nostro breve soggiorno abbiamo sempre amorevolmente chiamato Nasina, poiché sin da subito ci ha ricordato il da noi adorato Naso, uno dei gattini della famiglia ischitana.
Ci mancherà, questa sfiziosissima tigrotta.
Nel giorno della partenza passiamo la mattinata in centro, a fare shopping.
Veronica mi regala la maglia da gioco del Pafos FC -presa nel negozio ufficiale della squadra- ed io contraccambio con qualche stupidaggine da viaggio.
Poi ci concediamo l’ennesima rimpatriata locale con un pranzo alla Hondros Tavern, la più antica taverna di Pafo, nelle vicinanze del porto e della fermata del bus che ci condurrà in aeroporto, per tornare ad Ischia.
Rientro tranquillo e con poca malinconia: saremo presto qui, ancora una volta, perché Cipro non tradisce mai.
Il Natale è vissuto con una certa nonchalance o, per meglio dire, senza quella enfasi parecchio accentuata che contraddistingue la festa dicembrina in altri lidi.
Ma è proprio la bellezza del luogo a non necessitare di chissà quali aggiunte per far sì che qualsiasi periodo dell’anno possa celare delle meravigliose sorprese in terra cipriota.
Anche a metà-fine dicembre e senza doversi bardare oltre il dovuto.
Pure in scooter ed addirittura in montagna, quando non in spiaggia.
Come ad Omodos e allo Scoglio di Afrodite, ad esempio.
A Cipro si sta bene tutto l’anno: è ufficiale.
Parola di Claudio e Veronica.
Andateci e godetevela, alla grandissima: ma non quando ci siamo noi, per cortesia, che non amiamo l’eccessivo casino.
Ci leggiamo per il poker.
Presto, di sicuro.
V74