- Antwerp
Anversa
Quando di una città il ricordo più emozionante è legato alla sua stazione ferroviaria, beh, il dubbio che la prima possa non essere propriamente una perla, sovviene.
Giustamente.
Deve essere il Belgio.
A Liegi ho vissuto la medesima sensazione con la stazione progettata dal celebre Calatrava, che mi ha rubato l’occhio durante la breve visita nel capoluogo della Vallonia.
In quel caso la visita fu appunto breve, di Liegi vidi poco e quel poco non mi parve entusiasmante.
Il Belgio mi piace, però: è una mistura incasinata di razze e disorganizzazioni, piove ogni venti minuti, d’inverno fa un freddo cane e sta già piovendo di nuovo mentre ne parliamo.
Eppure Bruxelles è una bella capitale, ricca di vita e cultura, Anversa è Anversa, Gand è stupenda, Bruges un gioiello quasi finto per quanto splendente ed anche il resto non è per niente male.
Poi si mangia da paura, la birra è top, l’atmosfera invogliante, l’arte ha scritto pagine memorabili e quindi i musei raccontano cose degne di menzione.
Insomma: non solo le stazioni.
Ma ad Anversa il discorso cambia: io sono malato.
Di certa mitteleuropa, anche se qui siamo parecchio al nord, e di stazioni belle.
E quella di Anversa è meravigliosa.
La monumentale Antwerpen-Centraal inizia a vedere la luce tra la fine dell’800 e gli inizi del 900 su progetto del valente architetto Louis de la Censerie con la fondamentale collaborazione del talentuoso ingegnere Clement Van Bogaert.
Ai lavori comparteciparono svariati altri artisti e professionisti del settore, in quanto all’epoca si vollero fare le cose per bene, sfruttando una ricchezza notevole derivante a sua volta dallo sfruttamento coloniale.
L’idea di base era di ispirarsi ad altre strutture simili del centro europa, poi la nota megalomania di Leopoldo II -invero anche uomo di comprovata capacità nel gestire le proprie risorse con visione futuristica- portò ad aumentare la posta in gioco e, conseguentemente, ad alzare il tiro con un investimento monstre ed un risultato di assoluta efficacia stilistica ed architettonica.
Multi-stilistica, verrebbe da dire.
Infatti la Stazione di Anversa esprime vari stili, di classificazione non sempre conclamata, apparendo monumentale con inserti di pietra e marmo fino a raggiungere ben tre livelli di passaggio e calpestio, il tutto sovrastato da una particolarissima volta in ferro e vetro a portar luce negli interni, con una cupola enorme che si innalza fino a 75 metri di altezza a dominare la città.
Dopo un lungo periodo di decadimento, pesanti lavori di ristrutturazione hanno riportato la Stazione in uno stato di grazia, peraltro rinvigorito dalla costruzione di viali e spazi verdi nei dintorni, con una ottantina di negozi ad abbellirne ulteriormente l’aspetto e vivacizzarne lo splendore.
Fosse per me, ci passerei la vita salendo l’imponente scalinata o scendendo nel quarto livello sotterraneo, di recente costruzione.
Sfiziosissimi, poi, i tanti shops di gioielli,un must ad Anversa, presenti all’interno della stessa.
A due passi sorge l’hotel nel quale ho soggiornato ad Anversa, un semplice ma comodo Ibis che è a pochi passi dal centro e consente di muoversi strategicamente per la città e,volendo, per altre destinazioni belghe.
Gli hotel in zona non sono il massimo della vita, onestamente.
Qui si gira, non si dorme.
Anversa ha un centro molto carino: si parte dal Grote Markt, la piazza principale alias il il cuore pulsante del luogo, con tutto intorno una serie di edifici del XVI e XVII secolo, abbelliti da statue e decorazioni.
Al centro si nota la Fontana di Silvius Brabo, del 1887, in memoria del leggendario legionario romano autore dell’uccisione del gigante Druon Antigon, del quale si narrasse che avesse l’abitudine di mozzare le mani a tutti coloro che non gli corrispondevano un dazio per navigare il fiume Schelda.
Bello anche il Municipio di Anversa -1561/1566 – che rappresenta il più classico esempio di architettura manierista nelle Fiandre.
Nei pressi sorge la “Piazza Verde”, XVIII secolo, con la Statua di Rubens al centro e, a due passi, la splendida Cattedrale di Nostra Signora, gotica come non mai, a sette navate, con all’interno opere preziosissime ed all’esterno la torre campanaria alta 123 metri.
Suggestiva è pure la Chiesa di san Paolo, dettagli barocchi e costruzione gotica, con un altare impreziosito da opere di artisti di fama mondiale.
Tanta arte, insomma.
Oltre ad un museo tipografico che è inserito nella lista dei Patrimoni dell’Umanità UNESCO e che, purtroppo, non ho avuto occasione di adocchiare dal vivo.
E tanti denari, a proposito, con la ricca Anversa che ha una ultra-secolare tradizione inerente al commercio dei diamanti, ai quali è dedicato un museo locale e che possono essere ammirati ovunque, in special modo nel distretto omonimo e nella nota De Meir, la lussuosa ed elegante via dello shopping.
Oltre alla Stazione, Anversa si fa orgoglio anche del porto, importante snodo commerciale e secondo in ordine di grandezza in Europa dopo quello di Rotterdam.
Mi sono divertito un casino nel girarlo, come un bambino dinanzi alle giostre: volendo, ogni ora vi sono gite in battello, ovviamente, che ne consentono la visita e ne spiegano le caratteristiche.
L’atmosfera in centro città è piacevolissima, soprattutto nei periodi natalizi: luci, colori, decorazioni, allegria.
Tanto freddo, eccome, ma anche tantissime occasioni per riscaldarsi con bevande e cibi di ottima fattura: le patatine fritte sono ovunque, con una ventina di salse assurde a corredo. Il waffel, Gaufre, la cialda ammazza-diabetico con panna, Nutella e zucchero come se non vi fosse un domani. La cioccolata, che in Belgio è arte. La birra, soprattutto artigianale, idem come sopra.
Anversa è una cittadina da vedere, da girare, da respirare.
In tram e a piedi, con le viuzze da scoprire e il lungo-fiume da godere.
Ha parecchi spazi verdi e pure un tunnel sotto fluviale che è una rarità ingegneristica.
Si raggiunge facilmente in treno, bus a lunga percorrenza e in aereo, dagli scali di Bruxelles, Charleroi, Amsterdam, Eindhoven e Dusseldorf, soprattutto.
Ha un aeroporto locale, ma piccolo e con poche destinazioni.
Il meteo suggerirebbe una visita estiva, per quanto in inverno ha il suo perché e al sottoscritto è piaciuta proprio così, fredda ed accogliente.
E con quella Stazione, maestosamente superba, tale da essere definita “Cattedrale”: merita un 9.
9 pieno.
Buon viaggio!
V74